Pascolo dinamico a rotazione
Il Pascolo Dinamico a Rotazione consiste nel suddividere gli appezzamenti dedicati al pascolo in settori e nello spostare gli animali da un settore all’altro in modo che il valore nutritivo dell’erba sia ottimale in virtù dello stadio vegetativo. Tale pratica consente un efficiente utilizzo della risorsa pascolo in quanto gli animali permangono in ciascun settore solo per il tempo necessario al consumo dell’erba, evitando di degradare sia il suolo che il cotico erboso tramite il calpestamento e lo stress meccanico dovuto ai tentativi di prensione del cotico quando la parte di pianta rimasta sul suolo è troppo bassa. Consente di utilizzare più volte, nell’arco di una stessa stagione, i ricacci del cotico erboso, poiché le essenze dopo lo spostamento degli animali hanno possibilità di ricrescita. Il suolo, nei periodi di riposo, assorbe i nutrienti contenuti nelle deiezioni e recupera aria negli strati superficiali.
INVERSION fornisce assistenza tecnica per elaborare insieme agli allevatori il Piano di Pascolamento: si decide l’estensione dei settori, calcolata in base al carico animale e alla valutazione della quantità stimata e qualità di biomassa verde, e la durata della permanenza degli animali in ciascun settore. È importante individuare il carico di bestiame in modo corretto; infatti un carico limitato provoca una eccessiva selezione delle piante meno appetite e un accrescimento eccessivo dell’erba con riduzione del suo potere nutritivo, mentre un carico animale elevato provoca un danneggiamento a causa degli eccessivi strappi e calpestamento.
Alcune piante sono più nutrienti di altre. Per esempio, le leguminose come il trifoglio sono ricche di proteine, le graminacee come il lojetto e la festuca, quando non hanno ancora prodotto la spiga, sono ricche di fibra digeribile e, quindi, di energia ben utilizzabile dall’animale ruminante.
Per il bovino il momento ottimale per l’inizio del pascolo è quando l’erba misura 20-25 cm e quello per spostare gli animali al settore successivo è quando essi hanno strappato l’erba fino a circa 10 cm.
Il pascolamento ben gestito consente di aumentare la sostanza organica nel terreno, invertendo la pericolosa diminuzione di questa dovuta alle colture estensive. In assenza di pratiche di organizzazione del pascolo e di lavorazioni periodiche si rischiano fenomeni di erosione e dilavamento dei terreni.
Una buona gestione dei pascoli consente di migliorare la reddittività aziendale tramite il contenimento dei costi di acquisto dei mangimi concentrati, in quanto una buona composizione del cotico erboso può soddisfare le esigenze nutritive degli animali.
Il Piano deve essere impostato a seconda delle caratteristiche del territorio, del suolo, delle acque superficiali e profonde, della composizione erbacea ed arbustiva dei pascoli, deve essere studiato e impostato in relazione alle caratteristiche della singola azienda e in modo partecipato con chi la gestisce. Si considerano le interazioni tra animali e cotico erboso, le modalità di lavoro dell’allevatore, la presenza di strutture come le abbeverate, per giungere alla sintesi della migliore organizzazione del sistema.
Per elaborare un efficiente Piano di Pascolamento si tengono presenti le esigenze degli animali, del suolo e dell’erba per evitare eccessi di calpestamento e perdita della biodiversità ed è fondamentale l’utilizzo delle competenze delle persone che conoscono il territorio, integrate con quelle dei consulenti, tramite osservazioni congiunte in campo e valutazioni condivise.
Spesso gli allevamenti bradi e semibradi non comprendono buone pratiche di gestione dei pascoli e lavorazioni periodiche, con conseguenti scarse produzioni alimentari per gli animali e fenomeni di erosione e dilavamento dei terreni.
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