Diversificazione delle rotazioni e delle lavorazioni del terreno
L’efficienza dei sistemi agricoli può essere implementata grazie alla diversificazione spazio-temporale dell’avvicendamento colturale. La pratica della monocoltura comporta una serie di operazioni colturali che favoriscono la selezione di alcune tipologie di infestanti che sono in grado di adattarsi sempre meglio alle condizioni di campo. Allo stesso modo vengono create le condizioni favorevoli a specifici insetti o patologie legate alla coltura in monosuccessione.
Ad esempio, la coltivazione del mais, una specie a ciclo primaverile-estivo, favorisce l’emergenza di specie infestanti che condividono lo stesso ciclo vitale (alcune, comuni in svariati ambienti sono Chenopodium album L. – farinello comune, Xanthium strumarium L. – Nappola, Amaranthus retroflexus L. – amaranto comune, Digitaria Sanguinalis L. – sanguinella comune, Sorghum halepense L. – sorghetta ecc..). La presenza massiccia di queste specie costringe l’agricoltore all’utilizzo di diserbanti chimici, con il costo economico ed ambientale che più interventi di diserbo comportano. Sempre la monosuccessione di mais favorisce lo sviluppo di insetti parassiti (piralide, diabrotica), che ogni anno, alla fine del loro ciclo, ritrovano le condizioni ideali al loro sviluppo in quanto la pianta della quale si nutrono è sempre presente in abbondanza. Anche in questo caso l’agricoltore ricorre ai mezzi chimici per contrastare gli attacchi sempre più distruttivi da parte degli insetti. lo stesso meccanismo si può realizzare per quanto riguarda le malattie fungine.
Attraverso la diversificazione del ciclo colturale e delle lavorazioni si può interrompere il circolo vizioso che costringe l’agricoltore a lottare con mezzi chimici contro le avversità biotiche. Basta infatti interrompere la monosuccessione per creare condizioni sfavorevoli ad infestanti, fitofagi e patogeni. Inserire colture autunno-vernine ed in particolare colture poliennali all’interno della rotazione comporta una drastica riduzione della banca semi delle infestanti e quindi della loro influenza negativa sulle produzioni. I ripetuti sfalci su un prato di erba medica, ad esempio, impediscono alle varie specie infestanti di andare a seme e quindi proliferare negli anni a venire nel campo coltivato. Anche la diversificazione nelle lavorazioni comporta un maggiore disturbo verso la comunità delle infestanti. Pratiche come la falsa semina contribuiscono sensibilmente a ridurre la presenza di infestanti. L’adozione congiunta di pratiche diversificate consente di svincolarsi dalla dipendenza da agrofarmaci per la gestione delle avversità. Ciò si traduce in un vantaggio economico per l’agricoltore, in una migliore qualità dell’ambiente e nella tutela della salute della collettività.
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