Agroforestazione
L’agroforestazione (in inglese “agroforestry”) o agroselvicoltura è l’insieme dei sistemi agricoli nei quali la specie arboree e/o arbustive vengono coltivate insieme a seminativi e/o pascoli, nella stessa unità di superficie.
Oggi la pratica dell’agroforestazione è molto comune e tipica dei paesi situati nelle aree equatoriali e tropicali. L’agroforestazione era tipica anche del paesaggio rurale Italiano fino agli anni ‘50-‘60 dello scorso secolo. In seguito, la meccanizzazione agricola e la tendenza alla monocoltura hanno determinato una drastica riduzione della pratica dell’agroforestazione (es. seminativi arborati, pascoli arborati, ecc…).
Nonostante ciò, sistemi di agroforesteria e agroselvicoltura tradizionali sono ancora presenti in vaste aree dei paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia, soprattutto nelle aree più marginali e meno vocate all’agricoltura intensiva (AIAF, 2018).
Grazie alla coltivazione di colture arboree perenni, coltivazioni annuali e allevamento, attraverso l’agroforestazione è possibile raggiungere obiettivi produttivi salvaguardando la qualità ambientale. L’agroforestry è quindi in grado di offrire una molteplicità di servizi agroecosistemici.
La produttività globale dei sistemi agrosilvopastorali è superiore a quella delle singole coltivazioni in monocoltura, grazie al fatto che tutte le risorse disponibili (acqua, luce e nutrienti) vengono sfruttate in maniera più efficiente. Anche in questo caso entra in gioco la funzionalità delle specie che compongono il sistema agrosilvopastorale. L’agroforestry comporta un’elevata diversificazione della produzione, garantendo sia la produzione di biomassa (legna, colture erbacee) che l’approvvigionamento alimentare (latte, carne).
L’elevata biodiversità presente nei sistemi agrosilvopastorali è responsabile di una migliore e più efficiente utilizzazione delle risorse; perciò in questi sistemi si riduce il bisogno di ricorrere ad input chimici.
L’aumento della biodiversità delle specie coltivate promuove anche l’aumento della biodiversità delle specie selvatiche, in particolare degli insetti utili: impollinatori ed antagonisti. Grazie alla diversità di questi sistemi si possono raggiungere gli obiettivi di regolazione naturale di parassiti e fitofagi.
La pratica dell’agroforestazione promuove l’incremento della fertilità del suolo grazie alla presenza delle colture perenni e delle specie animali allevate. Il suolo viene così protetto dall’erosione e si riduce la perdita di nutrienti e l’inquinamento sia dell’acqua che dell’aria. I sistemi agrosilvopastorali sono infatti in grado di immagazzinare carbonio e quindi di ridurre gli effetti negativi dei gas serra e contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico.
In ultima analisi, non è da sottovalutare il valore estetico del paesaggio che deriva dall’agroforestazione. Nel nostro Paese, molti territori sono caratterizzati da questo tipo di paesaggio, che costituisce un patrimonio storico e culturale di immenso valore.
Leggi gli ultimi articoli dal blog: